a cura di Roberto Rossetti C.G. Treviso 9
Luciano Furlanetto o meglio Ciano (così lo chiamavano tutti) è nato a Treviso l’8 gennaio 1939. Incontra lo Scoutismo grazie a Claudio Favaretto, compagno di classe alla scuola media che lo accolse nella Squadriglia Castoro, del Riparto A.S.C.I. S. Maria del Rovere, pronunciando la Promessa Scout il 9 ottobre 1955.
Ha frequentato il Campo Scuola di Primo Tempo sia della Branca Lupetti che Esploratori e il Secondo Tempo della Branca Esploratori.
Dal 1961 al 1964 fu Capo Riparto del Riparto S. Bona del Gruppo Treviso 2° nell’omonima Parrocchia di Treviso.
Dal 1976, accogliendo l’invito del Parroco, accettò di aprire un Riparto Scout nella Parrocchia del Sacro Cuore a Treviso. Ne fu Capo Riparto fino al 1981.
Sempre nel 1976 l’Associazione Gruppi e Ceppi Scout di Treviso aderì all’Associazione Italiana Guide e Scout D’Europa Cattolici e nel novembre di quell’anno Ciano partecipò, come relatore, al primo campo scuola della neonata associazione, a Montegemoli (PI).
Dal 1981 Ciano iniziò a collaborare con le Pattuglie dei Campi Scuola Esploratori prima di 1° tempo e poi di 2° tempo, svolgendo infine l’incarico di Capo Campo fino all’anno 1996.
Nello stesso periodo iniziò a collaborare con le riviste Scout associative, il cui contributo creativo è in modo significativo ricordato da una serie di tavole da lui stesso illustrate ad acquerello e incentrate su storie di vita di Squadriglia.
Capogruppo del Gruppo Treviso 9 dal 1988, anno di nascita del gruppo, fino al 1992.
Consigliere Nazionale dell’Associazione dal 1985 al 2000.
Commissario Nazionale della Branca Esploratori per due mandati, dal 1991 al 1994 e dal 1994 al 1997.
Commissario Generale Scout nel successivo mandato triennale.
Socio fondatore della Cooperativa Euro Scout di Treviso.
Servizi che ha svolto sempre con passione, avendo a cuore la crescita di ogni singolo ragazzo e la formazione di ogni singolo Capo.
Insegnante di disegno ed educazione artistica e riconosciuto artista nelle tecniche dell’affresco e dell’acquerello, ministro straordinario dell’Eucarestia, impegnato in parrocchia in moltissimi ambiti, dalla formazione al matrimonio delle giovani coppie, all’allestimento del Presepe, alla Liturgia.
Sposato con Laura, padre di Giuliano, Valentina e Dario.
Amico di tutti, la porta di casa sempre aperta, sempre pronto a mettere a disposizione degli altri i suoi doni particolari: entusiasmo, fantasia, sensibilità e abilità pittorica, profonda conoscenza del Metodo Scout e capacità di viverlo con gioia e di e farlo vivere agli altri, in particolare la vita all’aria aperta, la natura e le tecniche di espressione.
Capacità di mettersi in relazione profonda, di ascoltare, di dare fiducia, di sostenere con rispetto; compagno leale che non ha mai pronunciato parola che non fosse di incoraggiamento; ci ha insegnato a fermarci e a stupirci di fronte alla bellezza della Natura, alle sue forme e ai suoi colori, segni concreti della presenza di Dio.
…. alcuni scritti di Ciano
“Vivere nella Natura, osservando tutto ciò che accade sotto i nostri occhi, ci abitua a cercare di conoscere e capire, ci forma l’abitudine a “badare a tutto”, una modalità che ci permette di mettere in atto uno scopo fondamentale dello Scoutismo: la B.A.
Osservando anche il mio prossimo sono in grado di capire quando questo ha bisogno di qualcosa e allora, posso mettere in atto le mie tecniche acquisiste con amore proprio per questo scopo.”
NATURA: E’ LEGGE SCOUT NON UNA TECNICA – articolo e disegni di Ciano per Azimuth – 2008
Ragioni dell’esistenza della natura nello scoutismo
B.-P. E NATURA
«Perché lo studio della natura è considerato un’attività-chiave nello scoutismo? è da questa domanda che dipende la differenza tra l’attività scout e quella di molte altre organizzazioni giovanili. La risposta più semplice è questa: noi vogliamo insegnare ai nostri ragazzi, non soltanto a guadagnarsi la vita, ma a vivere, cioè a godersi la vita, nel senso più elevato della parola». (B.-P., Il libro dei Capi, pag. 70)
«Gli occhi della maggioranza dei ragazzi non sono aperti: al Capo è riservata la gioia di compiere questa nobile operazione. Una volta che il germe della scienza dei boschi è presente nella mente del ragazzo, l’osservazione, la memoria e la deduzione si sviluppano automaticamente e diventano parte del suo carattere». (B.-P., Libro dei Capi , pag. 72)
Ma vorrei sottolineare l’attenzione particolare di B.-P. alla natura: ha inserito nella Legge scout l’amore alla natura che, nella nostra associazione, recita: lo scout vede nella natura l’opera di Dio, ama le piante e gli animali. La natura, quindi trova la stessa attenzione del meritare fiducia, essere leali, dell’amicizia e della fraternità, …
Se B.P. ha inserito la natura nella Legge scout vuol dire che ha un posto fondamentale e non accessorio, come le tecniche che servono per raggiungere uno scopo.
La natura è l’ambiente dello scoutismo. Lo Scoutismo si vive nella natura.
Quando B.-P. parla di vivere lo scoutismo lo fa sempre riferendosi al fatto che va vissuto nella natura. Se si parla di sede scout, questa viene indicata sempre come base per il materiale, punto di partenza per andare nella natura o come luogo per passare le serate d’inverno produttivamente per andare nella natura e meglio riconoscerla.
È nella natura che l’uomo percepisce se stesso come creatura e non come creatore di se stesso.
È nella natura che ci si sente «in balia degli elementi» (come dicono alla televisione) e che si «sorride e canta anche nelle difficoltà».
E’ alla sera – alzando gli occhi al cielo e vedendo la misura per noi infinita dello stellato – che ci si sente infinitamente piccoli e contemporaneamente infinitamente grandi perché siamo in grado di sentire che è Dio che ci ha creati e che abbiamo la dignità di Suoi figli.
Questo articolo non presenta una tecnica scout ma l’amore alla natura e non si può amare ciò che non si conosce, come recita in maniera splendida la Bibbia nel Cantico:
Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani. (Ct 2,2-3)
LEGGE SCOUT E AMORE
Amare vuol dire anche saper riconoscere da molto lontano l’oggetto del nostro amore, il saper distinguere chi si ama come qualcosa di speciale anche in mezzo ad una folla, che tanto si differenzia rispetto agli altri tanto da cogliere la differenza che ci può essere tra i cardi spinosi ed un giglio, tra tanti alberi verdi ed un melo fiorito. (Ricordo la gioia negli occhi di padre Ivan Zuzek quando mi ha chiamato un mattino, mentre uscivo dalla mia tendina, per farmi osservare una splendida fioritura di ciliegi selvatici in mezzo al bosco ancora bruno citandomi proprio questi versetti). È così che si parla e si fa capire l’amore anche per la natura a ragazzi e ragazze, approfittando di luoghi e momenti felici e ricercandoli come elementi altamente educanti.
Ma prima di tutto deve essere in noi questo amore che è fatto anche di:…
Natura e religione
GENESI CREAZIONE
In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. (Gen 1,1)
GENESI CONOSCERE
Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. (Gen 2,18-20)
B.-P. E NATURA
«Lo studio della natura fonde in un atto armonioso il senso dello spazio infinito, del tempo che scorre, dell’infinitamente piccolo, che tutti formano parte dell’opera del Creatore.
«In questa prospettiva sesso e riproduzione vengono ad acquistare un posto onorevole.» (B.-P., Il libro dei Capi, pag. 49).
GENESI RISPETTO
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. (Gen 2,15)
SAN PAOLO: IL GEMERE DELLA CREAZIONE
Destinati alla gloria – Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. (Rm 8,18-27)
CREATURALITÀ
Il vivere nella natura porta la persona ad essere più vera e viva, più credibile, più cosciente del proprio stato di creatura e non di creatore di sé stesso come succede per l’uomo di città, non è un caso se nella Genesi si ricorda che è stato Caino a divenire costruttore di città.
Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. (Gen 4,17)
La Bibbia non ama le città, se non la nuova Gerusalemme, perché – succede tuttora – è nelle città che l’uomo si sente creatore di se stesso in quanto qui può: regolarsi la temperatura (condizionamento caldo e freddo), essere veloce (telefono, internet, treno, auto, aereo), pensare davvero di dominare tutto, salvo poi sentirsi impotente di fronte alla malattia e la morte (nascoste negli ospedali), agli eventi naturali eccezionali come terremoti ed alluvioni. Ma ormai sembra che ogni piccola variazione rispetto allo standard voluto sia evento eccezionale come per la pioggia, grande siccità o, all’inverso, pericolo di inondazioni.
NATURA E B.A.
Vivere nella natura, osservando tutto ciò che cade sotto i nostri occhi, ci abitua a cercare di conoscere e capire, ci forma l’abitudine a badare a tutto , una modalità che ci permette di mettere in atto uno scopo fondamentale dello scoutismo: la B.A. Osservando anche il mio prossimo sono in grado di capire quando questo ha bisogno di qualcosa e allora posso mettere in atto le mie tecniche acquisite con amore proprio con questo scopo.
Tavole ad acquerello di Ciano sulla vita di squadriglia, pubblicate in “Scout d’Europa per guide e scout” – 1996
Nota del Centro studi
opere pubblicate di luciano Furlanetto
“Il Libro della Genesi” illustrato con 228 suoi acquerelli pubblicato da ADLE Edizioni di Padova
“Il Vangelo secondo Marco” illustrato con 190 suoi acquerelli pubblicato da ADLE Edizioni di Padova.
“Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo” illustrato con 280 suoi acquerelli pubblicato da TIPI EDIZIONI di Belluno
“Via Crucis” parole di Luigi Pianca, acquerelli di Luciano Furlanetto, musica di Roberto Antonello, COMPIANO Editore di Treviso
A cura del Centro Studi a ricordo di Ciano è stato pubblicato il libro “Educazione nel piccolo gruppo, la squadriglia— dagli acquerelli di Luciano Furlanetto alla riflessione pedagogica” edito da TIPI EDIZIONI di Belluno