a cura del Gruppo Meolo 1
Il gruppo Meolo 1° ha scelto Federico Furlanetto come Scout che ha lasciato una traccia nella nostra vita. Federico è nato il 17 giugno del 1971, originario di Roncade, un paese in provincia di Treviso dov’è cresciuto ed ha iniziato il suo sentiero nello scoutismo nell’allora gruppo Treviso 5°. Oltre ad aver ricoperto l’incarico di Akela e Capo Riparto è stato inoltre Incaricato di Distretto e successivamente Incaricato Regionale della Branca Esploratori.
“Sono la moglie di Federico, Carla. Ho accompagnato Federico nelle sue avventure, soprattutto come compagna di chiacchierate, per cercare il meglio per gli scout che gli erano stati affidati. Molteplici sono state le attività che Federico ha organizzato per gli Scout a vari livelli.
Inizialmente è arrivato a Meolo rispondendo ad una chiamata come capo Riparto. Aveva fatto proprio il motto Estote Parati e Rendere Servizio, essendo sempre pronto per il prossimo. Federico era già stato Akela nel suo paese natale (Roncade) e poi il suo servizio è continuato a Meolo dove ci siamo incontrati e abbiamo accampato la nostra tenda come coppia.
Federico ha seguito inoltre tutto il cammino che nel 2006, ha portato alla formazione del nuovo gruppo misto Meolo 1°, di cui è stato il primo Capo Gruppo, gettando le basi di questa nuova avventura.
Federico credeva molto nello scoutismo, aveva sempre mille idee per gradi imprese. Come Capo Riparto, ha vissuto alcune avventure anche coinvolgendo i genitori dei propri esploratori perché la famiglia potesse essere parte della grande famiglia scout.
Ogni tanto incontro un fratello scout o un genitore che aveva conosciuto Federico all’ interno dello scoutismo e ricordano con emozione le imprese vissute con lui; questo ci fa piacere perché rendono Federico vivo e presente.
Grazie di cuore a tutte le persone che hanno pregato e che continuano a pregare per lui e per noi.Ora lascio spazio ai suoi fratelli scout che l’hanno accompagnato in alcune imprese che ci sono rimaste nel cuore.” (Carla Zamuner)
IM – POSSIBILE ??? NO, POSSIBILE !!!
Pensando a tutte le varie imprese che gli Scout di Meolo hanno intrapreso con la guida di Federico, senz’ombra di dubbio, la prima cosa che mi viene in mente è un disegno che si trova in scoutismo per ragazzi dove un esploratore da un calcio alle prime due lettere della parola “IM-possibile”.
Federico ha sempre avuto la bellezza di non farsi prendere paura dalle grandi imprese e di farle diventare possibili, prendendole per mano un pezzo alla volta e facendoci capire che si potevano portare a termine perché ne avevamo le capacità per farlo.
Federico è arrivato da Roncade a fare il capo di Riparto nella vicina Meolo (comune a 10 km di distanza), in quanto in quegli anni non c’erano capi disponibili in paese. Ed anche se fuori paese di origine, ha saputo famigliarizzare subito con noi ragazzi e caricarci per vivere appieno l’avventura dello scoutismo. Sicuramente ha saputo trasmetterci la sua conoscenza e amore per la natura ed in particolar modo per la vita all’aria aperta. Questo a partire dal suo primo campo come capo riparto, che abbiamo vissuto a Sella Nevea di Chiusaforte(UD), dove è stato realizzato, sopra un torrente, un ponte a doppia campata di circa una decina di metri, collegato con corde d’acciaio. Impresa che è rimasta ancora nella memoria di molti.
La fantasia non gli è mai mancata e la buona conoscenza delle tecniche scout, lo hanno sempre portato a realizzare grandi costruzioni per mettersi alla prova e sperimentare cose nuove. Era un vulcano di idee e quando vedevi il suo numero sul cellulare, ti preparavi già per ascoltare e sentire una nuova impresa da proporti: il suo entusiasmo ti portava a dirgli di si e seguirlo per la sua strada.
Altro aspetto fondamentale di Federico è stata la sua massima disponibilità a dialogare e collaborare con i genitori per l’educazione dei loro figli. Questo per raccogliere la loro fiducia e vivere insieme delle grandi imprese che diversamente non si sarebbero potute realizzare. Non a caso la sua tesina per il brevetto di Capo è intitolata: “Il rapporto Capo – Genitori: un dialogo utile al ragazzo”.
Ad esempio nel 1999 grazie ad un amicizia con un capo riparto dell’Abruzzo, ha costruito un gemellaggio con il riparto di Montesilvano, portando il nostro riparto a campeggiare in centro Italia alle pendici del Gran Sasso. Iniziativa che ha saputo portare avanti grazie alla sua tenacia e fiducia da parte dei genitori, poiché il riparto aveva sempre svolto i campi estivi tra le nostre dolomiti. La festa dei genitori di quel campo è stata memorabile per la calorosa accoglienza dei genitori abruzzesi che hanno deliziato i genitori meolesi per l’intera giornata con specialità tipiche e condividendo le esperienze delle due diverse regioni d’Italia. Nonostante il lungo viaggio in pullman, è stato ricordato dai genitori come un grande momento di fraternità Scout, contraccambiato l’anno successivo tra le dolomiti bellunesi (Passo Falzarego) dove il Riparto di Montesilvano è stato ospite dei fratelli meolesi.
Ancora nel campo del 2001 a San Valentino di Brentonico, Federico ha voluto portare l’energia elettrica al campo, sfruttando il dislivello di un torrente e facendo realizzare ai genitori del riparto una turbina attraverso dei materiali di recupero (cestello di una lavatrice, alternatore di un’auto, ecc.). Ovviamente dopo i ragazzi si sono cimentati a costruire un piccolo impianto elettrico per la luce in tenda.
Questo forte legame con i genitori lo ha portato ad organizzare un uscita di due giorni con i papà ed i ragazzi dell’alta squadriglia raggiungendo il Bivacco ai Loff (presso il Passo San Boldo) attraverso una via ferrata ed un dislivello di 900 metri circa. Attività che ha fatto mettere in gioco i genitori, molti dei quali non abituati all’ambiente di montagna, e che arrivati al Bivacco si sono sentiti soddisfatti di essere arrivati ad una metà che non pensavano di raggiungere.
Federico ha saputo utilizzare a pieno lo spirito di avventura dello scoutismo, affinché ragazzi e genitori avessero stimoli per guardare oltre l’ostacolo e raggiungere mete sempre più alte.
Dalla tesina di brevetto a Capo di Federico del 03 dicembre 1998:
“Desidero riportare una mia esperienza personale non come cronaca dei fatti, ma come valido esempio di alcuni obiettivi che mi ero prefissato e pienamente raggiunti. In occasione del San Giorgio Regionale del Veneto nell’aprile del 1998, avevo l’incarico di coordinare la logistica dell’attività. L’uscita era completamente in riva al mare, ambientata nell’epoca delle Repubbliche Marinare. Mi balenò subito l’idea di coinvolgere i genitori (solo i papà) del mio Riparto. Pensai di proporre loro la costruzione dell’alzabandiera galleggiante. In quel momento avevo molti genitori nuovi e poco affiatati. Tra loro c’era un progettista di piattaforme galleggianti, il materiale e le braccia c’erano, il gioco era fatto. Iniziarono subito con il piano di lavoro distribuendosi gli incarichi; giustamente si scelsero un capo squadriglia e con entusiasmo cominciarono l’impresa. Chi faceva il falegname, chi il fabbro, chi guardava (…) La settimana prima dell’uscita vollero collaudare la struttura per calcolare eventuali problemi e i tempi necessari per il varo (addirittura calcolarono le maree …). L’impresa era completa e durante l’attività si sono tenuti fuori dalla vista dei ragazzi. Una cosa molto gradevole è che i genitori stessi hanno avuto la possibilità di vedere come i loro figli e i Capi “giocano il gioco”. Immancabile alla fine la domanda “…e la prossima cosa da fare? …” Anche in questa occasione bisogna delimitare l’intervento dei genitori, rischiando altrimenti di puntare l’azione dello scoutismo solamente a loro.
Tra le conclusioni della tesina Federico riporta una domanda la cui risposta rispecchia il suo senso di servizio da Capo Scout per il bene dei ragazzi: “Quanto far entrare le famiglie all’interno dello Scoutismo? Il giusto equilibrio deve essere valutato e preso in considerazione. Ricordiamoci comunque che il nostro principale compito è quello di educare e servire il ragazzo, non sovrapponendosi alle scelte delle famiglie per far crescere il loro figlio. Un buon dialogo, una forte componente di fiducia, faranno si che dalle parti ci sia una sana e consapevole educazione nei confronti del ragazzo; la quale non dimentichiamoci, è il nostro compito principale. Il ragazzo quel bellissimo dono che Dio ci ha affidato”
Realizzazione edicola mariana intitolata alla Madonna degli Scout.
Il 31 Maggio 2003 a Meolo viene inaugurato il capitello dedicato alla Madonna degli Scout.
Il principale promotore di quell’ iniziativa fu Federico: sentiamo ora dalla sua voce la storia di come era nata questa idea.
“Correvano gli anni in cui avevo appena lasciato il servizio di C.R., i primi del 2000, quando come per magia sia io che Danz (al secolo Giuliano Davanzo) ci si soffermava dopo le riunioni, circa la costruzione di un qualcosa di “sacro” dedicato a Maria, Madre degli Scouts. Le idee erano molte, a volte non seguivano una logica, ma ben presto ci indirizzammo verso una giusta strada: costruire un nostro Capitello. La prima cosa da fare era quella di informare la direzione di Gruppo dell’idea, subito ben accettata e accompagnata da validi suggerimenti. Poi si passò alla parte burocratica: come, dove, perché. Sapete, costruire un capitello è come metter su casa; progetti, permessi, ecc… La cosa non ci fermò, anzi, il vedere qualcosa di concreto ci rassicurò. Fu un periodo molto intenso; per la ricerca del luogo più adatto, cercavamo un qualcosa, anche su suolo pubblico, che desse un messaggio utile: spazi aperti, luogo di passaggio, spazio attorno sufficiente per le attività delle Unità; illuminazione,… Ecco trovato!!! Vicino alle Poste (di Meolo). La “location”, passatemi l’inglesismo, fu subito azzeccata …poi si doveva trovare il sistema di collimare la necessaria prassi burocratica con le nostre esigenze e disponibilità. Credetemi, la Provvidenza esiste, e noi scout ne abbiamo da raccontare… Sinceramente non abbiamo avuto nessun tipo di problema per “essere in regola”; il capitello poteva nascere con tutte le carte a posto: progetto e calcoli, permessi di occupazione suolo pubblico, e soprattutto la materia prima: chi, cosa e come costruirlo. La cerimonia della posa della prima pietra fu toccante, il primo colpo di badile per le fondazioni rimarrà nei ricordi dei presenti, la vecchia, media e nuova storia dello scautismo del nostro paese c’era. Il luogo dove stava per nascere questo nostro nuovo segnale scout, era ed è in un crocevia di interessi; chiunque passava e passa, lo nota e rivolge un pensiero personale. Ci siamo! Grazie al lavoro di molti il nostro capitello è completato (mi ricordo che all’inaugurazione la pittura era ancora fresca…). Si decise di raccogliere la comunità attorno al nuovo nato, in occasione della messa conclusiva del mese Mariano del 2003, era il 31 maggio di quell’anno. Lasciamo i ricordi del giorno ai presenti. In conclusione volevo solo sottolineare due importanti cose, almeno per me. La prima, la più importante: il capitello è stato concepito per dare un luogo di raccoglimento e preghiera per tutti, anche non scout. Ogni anno in maggio le Unità si alternano, tutti i giorni per la recita del Rosario, assieme ai genitori e agli abitanti della zona; Promesse, cerimonie, e tanto altro hanno come punto di riferimento questo luogo. E chi non volge lo sguardo quando ci passa vicino, per ringraziare, pregare ( i fiori sono sempre freschi…) chiedere aiuto alle partenze per le nostre avventure, scout e della vita quotidiana. La seconda, non meno importante, è il nostro profondo ringraziamento a chi ha donato parte del suo tempo e denaro per la costruzione del capitello: siamo stati in tanti, e vi rassicuro, non ho mai visto tante formiche lavorare assieme, in nome dell’amicizia, dello scautismo, della nostra Mamma del Cielo. Un grazie , anche se dopo molti anni, a tutti. Buona Strada, l’augurio migliore!” (Federico F.)
Il Capitello, di forma esagonale, al suo interno ospita una statua dall’aspetto bronzeo della Madonna con in braccio Gesù bambino che benedice un Esploratore in cammino; si tratta di una copia in vetro resina tratta da un originale creato nell’anno Giubilare 1950.
Lungo i lati si possono ammirare formelle in ceramica dei patroni Scout: S.Giorgio, S.Francesco, S.Paolo, S.Caterina e S.Giovanni Battista, patrono della nostra Parrocchia.
Dal discorso inaugurale del 31 Maggio 2003:
“Era da tempo che all’interno del nostro Gruppo Scout c’era il desiderio di lasciare alla nostra comunità un qualcosa di stabile e duraturo: oggi, l’edificazione di questo capitello votivo ha reso concreto questo desiderio.
Tutto questo è stato possibile grazie all’Amministrazione Comunale che ha reso disponibile l’area dedicata alla costruzione; grazie alla Parrocchia, che nella persona del nostro parroco don Ruggero ha sostenuto e si è fatta garante di questo progetto.
E poi naturalmente grazie a tutti quei genitori, amici, scouts di oggi o di ieri e quant’altri hanno collaborato alla realizzazione di questa bell’opera che oggi inauguriamo, e sono stati veramente tanti; la loro grande disponibilità ci ha commosso e reso felici.
(…..) Questo non deve essere un capitello a disposizione solo degli Scouts, ma piuttosto un’opera che noi Scouts ci onoriamo di donare alla nostra intera comunità. Un punto di ritrovo che ci renderà felici quando verrà usato per la recita del rosario o per altri incontri di preghiera e quant’altro, o anche semplicemente quando riuscirà a suscitare ai passanti dei sentimenti di devozione e pietà cristiana.”
Ora, il S. Rosario al Capitello più importante, più partecipato, sentito e coinvolgente sicuramente è stato quello recitato dal Gruppo Scout allargato a parenti ed amici Sabato 4 Giugno 2011, in occasione della scomparsa di Federico.
Al termine del S. Rosario è stata letta questa preghiera.
- Rosario per Federico Sabato 4 Giugno 2011
In questo momento di profondo dolore e cordoglio ci sentiamo vicini a Te, Signore, sulla croce quando dopo aver vissuto e sofferto la Tua passione hai esclamato: “Tutto è compiuto”.
“Tutto è compiuto” sembrano le parole di chi pensa di essere arrivato alla conclusione, che nulla può essere più cambiato.
Ma il Tuo “Tutto è compiuto” segna sì la fine di un’esperienza terrena, ma soprattutto è premonizione di un qualcosa di nuovo, qualcosa di inimmaginabile che sta per accadere.
Hai riscaldato il cuore anche ai discepoli di Emmaus, che non ti riconoscevano più, che avevano perso ogni speranza e ormai non aspettavano più nulla.
Tu hai ribaltato ogni umana previsione, hai ridato vita a quella Speranza che sembrava persa, hai dato prova che per chi crede in Te non ci sarà mai la parola “Fine”.
Riscalda anche il nostro cuore, Signore, prepara le braccia aperte per abbracciare Federico che sta per arrivare a Te. E’ un nostro amico, ha sempre dato il meglio di sé nelle cose che faceva, sia che riguardassero la sua famiglia, il suo lavoro, i suoi scout.
Ogni volta che qualcuno di noi aveva qualche necessità era sempre pronto e disponibile, positivo e determinato nello spronare, nell’incitare a fare sempre meglio.
La nostra vita a volte prende direzioni talmente tortuose e incomprensibili che sfuggono al nostro controllo ed alle nostre previsioni; di fronte ad eventi come questo, del quale non sappiamo con esattezza né cosa sia successo, né riusciamo a capire cosa possa essere successo, ci fermiamo silenziosi e nel rispetto della profondità di un mistero che i nostri poveri umani ragionamenti non riescono a contenere.
“Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”; e sarà oltre ogni nostra umana immaginazione, sarà mistero profondo la vita che ci aspetta dopo di questa; ma quando sarà il momento anche per noi di venire a Te, Signore, se per qualche motivo dirai a Federico di preparare un tendone per qualche intrattenimento, digli che questa tenda sia bella grande, perché siamo in tanti che vorremo andare a salutarlo, abbracciarlo e stare un po’ insieme con lui.
Aiuta la sua famiglia, Signore, dona loro la speranza cristiana e dona loro tanta forza per superare un momento così difficile, dopo aver subìto uno strappo così violento e lacerante.
Accogli la nostra preghiera, Signore; fa che le nostre tante preghiere espresse sottovoce diventino tutte insieme un unico grande urlo al tuo cospetto: siamo come pecore smarrite se non abbiamo Te vicino come Buon Pastore.
Comunque sia sempre fatta la Tua volontà. Noi sappiamo che la Tua volontà, anche se non la comprendiamo è il nostro bene più grande, perché Tu vuoi bene ad ognuno di noi.
Chi ci potrà separare dal Tuo Amore?
Niente e nessuno potrà toglierci la convinzione che Tu ci ami e che vuoi veramente il nostro bene.
Ti preghiamo ancora: alla moglie, ai figli, a tutta la sua famiglia dà la forza necessaria per superare questo momento di forte dolore e smarrimento, dà loro la possibilità di ricucire questa profonda ferita, Tu che sei in grado di “far nuove tutte le cose”.
Ricordo benissimo quando Federico mi chiese di realizzare l’alzabandiera galleggiante, eravamo al bivacco Giovanni Paolo I la notte prima di salire alle cime d’Auta, genitori e scout. Non ci credevo minimamente, alla fine il risultato è stato agli occhi di tutti. Mi ha coinvolto in cose che mai avrei fatto, un bellissimo rapporto il nostro, schietto, aperto e di rispetto, nonostante non fossi propriamente il prototipo di un genitore di uno scout. É stato una figura che nonostante la differenza d’età, mi ha dato e insegnato molto. Il suo ricordo é sempre vivo, e mi provoca sempre grande commozione. Buona strada….