maria012            pietro013

Cara/o Capo Gruppo,

come saprai certamente, il prossimo anno si svolgerà la tradizionale Assemblea Generale.

Per tutta l’Associazione questo è un momento molto importante. Momento per confrontarsi su lavoro fatto e porre le basi per il futuro.

Come condiviso con moltissimi di voi nell’ultimo incontro Nazionale, è il momento anche di unirsi in un comune percorso di avvicinamento che permetta di sentirci tutti coinvolti e partecipi in una riflessione davvero Associativa.

Ciò che segue è la nostra proposta per poter portare ciascun capo, di ciascun Gruppo, ad una riflessione comune e quindi ad una corale preparazione al momento assembleare, al di là della partecipazione stessa all’assemblea ma legato appunto alla partecipazione Associativa.

La Chiesa, con il convegno di Settembre 2015, ci invita su un terreno bellissimo: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Questo tema permette a tutta l’Associazione di inserirsi pienamente – così come ci ha ricordato Giuseppe, il nostro Presidente, con la sua lettera del 19 settembre scorso – nel percorso che vede impegnata l’intera Chiesa Italiana.

Abbiamo raccolto l’invito dei Vescovi e del Consiglio Direttivo, coniugandolo con una delle tematiche per noi, Commissariato Nazionale, portanti del triennio, ossia LA CONTINUITA’ DEL METODO E LA PROGRESSIONE, ritenendolo uno degli aspetti più importanti per la riuscita dello scoutismo e della nostra specifica pedagogia.

E’ grazie ad una attenzione educativa forte verso la continuità metodologia e la progressione personale che il nostro metodo contribuisce alla formazione dell’uomo nella sua integralità, che per ogni cristiano significa un’adesione completa a Cristo.un umanesimo in Gesù Cristo.

Sentiamoci dunque tutti in cammino verso la nostra Assemblea che non potremo certo definire traguardo ma sicuramente per noi tappa importante di orientamento.

Per fare insieme questo cammino vi inviamo tre documenti qui di seguito elencati.

Linee di approfondimento: qui troverai alcune riflessioni utili ad un approfondimento che ciascun capo della nostra associazione è chiamato a fare come parte della Chiesa impegnata nella costruzione di un nuovo Umanesimo. E’ un piccolo estratto e vedrai che potrai

arricchirlo grazie ai moltissimi contributi che arriveranno nel corso di quest’anno dalla Pastorale Diocesana. Fai in modo che i capi della tua direzione di Gruppo possano leggerlo e approfondirlo. Cogli l’occasione per coinvolgere l’Assistente in questo cammino, anche ricercando ulteriori contributi che possano aiutare te e i tuoi capi a sentirsi ancora di più parte viva della Chiesa.

Il cammino di Gruppo. In questo documento sono invece spiegati sinteticamente alcuni consigli operativi su come avviare in Gruppo il lavoro di approfondimento a partire dalla nostra specifica metodologia. Troverai allegate anche alcune schede che ti saranno utili nello sviluppo del lavoro.

Suggerimenti. Infine, in questo terzo documento vengono riportati alcuni consigli pratici ed alcuni esempi su come condurre il cammino di Gruppo.

Vi ricordiamo che questa è una proposta che ciascun Capo Gruppo e ciascun Capo potrà meglio calzare ed interpretare nel rispetto proprio delle esigenze e caratteristiche locali. E’ pensato per questo e ci auguriamo che possa essere per te un valido supporto. Ti invitiamo a non risparmiarci le tue osservazioni e chiarimenti tenendo come punto di riferimento importante il tuo Commissario di Distretto che saprà supportare la tua programmazione.

Buona strada

Maria Sanchez      Pietro Antonucci

Commissari Generali

3 ottobre 2014

1° documento

LINEE DI APPROFONDIMENTO (a cura dell’Assistente Nazionale e Commissari Generali)

 

Nel triennio scorso la riflessione e l’osservazione fatta sulle tematiche “sociali” ci ha indubbiamente convinto della consapevolezza di Vivere “tempi duri” per la fede, per il nostro Scautismo, Il contesto in cui operiamo la nostra proposta educativa appare ai più distonico. La sensazione è sicuramente quella che i tempi duri sono per la vita, e non solo per la fede.

Alcuni Sociologi continuano a definire “vite che non possiamo più permetterci” (Z. Bauman), la fede non è però un lusso insostenibile. Resta una possibilità alla portata della libertà umana. Dipende anzi da essa la qualità umana del nostro oggi e soprattutto del domani. La volontà è quella di generare un percorso, che attraverso l’accurata osservazione della progressione personale del Bambino che diventa uomo della partenza , sappia rendere consapevolezza e motivazione di un metodo Scout potenzialmente capace di dare risposte “moderne” a problematiche attuali solo se riscoperto nelle sue generanti educative e modulato nella chiave attuale della proposta .

La nostra Assemblea generale dell’1-3 maggio 2015 si inserisce, per un disegno provvidenziale, nel cammino di preparazione di tutta la Chiesa italiana al Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà dal 9 al 13 novembre 2015 a Firenze, sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Grati di questa opportunità, vogliamo interrogarci a nostra volta sulla missione educativa che ci è stata affidata, che ha come scopo la formazione integrale della persona alla luce del Vangelo di Cristo.

Il Convegno Ecclesiale, come era avvenuto anche per quelli precedenti, si incrocia con gli Orientamenti Pastorali del decennio in corso (2010-2020), che invitano proprio a Educare alla vita buona del Vangelo. Nell’invito rivolto dai vescovi a tutte le componenti della comunità ecclesiale, si sottolineano le dimensioni a cui la Chiesa italiana rivolge costantemente la sua attenzione in questo cammino. Si tratta della evangelizzazione, attuata in spirito di dialogo con il contesto sociale italiano; della promozione umana, chiamata insistentemente in causa dai grandi cambiamenti sociali, etici e scientifici; dell’orizzonte comunitario nella convivenza e nel rispetto di regole condivise, e infine delle sfide esistenziali degli affetti, del lavoro e della fragilità umana. In tutto questo, affermano i vescovi, “Il Vangelo annunciato dalla Chiesa illumina di senso il volto dell’uomo e permette di intuire le risposte meno scontate ai suoi interrogativi” (cf. Gaudium et Spes 41).

Il grande compito che ci attende nasce dalla consapevolezza del bisogno delle persone nel tempo in cui viviamo, ci ricordano i nostri pastori: “E’ tempo di affrontare l’attuale crisi antropologica con la proposta di un umanesimo profondamente radicato nell’orizzonte di una visione cristiana dell’uomo”. Crediamo che proprio questa definizione del “nuovo umanesimo” descriva in modo efficace quanto a noi è stato tramandato, nel metodo educativo scout.

Ai nostri giorni si registra peraltro un dato sintomatico: proprio nel momento in cui si afferma la strenua difesa della libertà di opinione e il web sembra restituire a ciascuno la possibilità di dire la propria, si assiste ad uno schiacciamento sulla figura dei leaders e, di conseguenza, ad una preoccupante caduta di partecipazione in tutti gli ambiti, non escluso quello ecclesiale. L’obiettivo di Firenze 2015 conferma questa scelta preliminare che è di metodo ma finisce per essere già di contenuto per la quale, promuovendo la libertà di espressione e contenendo la tentazione del protagonismo, si intende far crescere gli organismi di comunione frutto della visione della Chiesa del Vaticano II. “In essi – come annota il teologo Canobbio – si può apprendere a leggere i cosiddetti ‘segni dei tempi’, a riscoprire che si condivide la medesima missione, a progettare insieme, quindi, a costruire un consenso, che non è come l’abito di Arlecchino, bensì attuazione della comunione, la quale richiede sempre conversione”.

……In concreto, Firenze 2015 si preannuncia già come un’occasione per valorizzare due aspetti di questa necessaria formazione del consenso in ordine alla missione della Chiesa nel nostro Paese.

Il primo riguarda lo sforzo, consentito anche dall’anticipo con cui si è iniziato a pensare al convegno, di coinvolgere veramente la base della Chiesa. La Chiesa è tanto più capace di leggere i ‘segni dei tempi’ quanto più tiene il polso della vita quotidiana delle persone, e d’altra parte le chiese locali non devono chiudersi in un localismo sterile ma tenere sempre aperto il quadro di riferimento più ampio, data la liquidità della situazione sociale e culturale. Questa reciprocità che ha sempre caratterizzato la Chiesa oggi dispone di una ulteriore possibilità di ‘manutenzione’ offerta dall’ambiente digitale. Si tratta dunque di costruire un momento di comunione, di scambio, di circolazione delle esperienze.

Il secondo aspetto metodologico del discernimento riguarda la capacità di valorizzare lo sguardo originale della fede per evitare o le affermazioni rassicuranti (va tutto bene, tutto si aggiusta,…) o quelle ultrapessimistiche (va tutto male, il mondo è perso, difendiamoci tra di noi), per leggere invece nelle esperienze di ciascuno e pur nelle innegabili difficoltà e fatiche, i semi di speranza che tante situazioni ci svelano.

Venendo ora alla tempistica scelta si conferma questa la scelta di un metodo: operare un discernimento a tutto campo, con l’apporto di tutti. La preparazione al Convegno Ecclesiale coprirà infatti ben due anni pastorali, articolandosi perciò in due fasi. Nell’anno pastorale 2013-2014 alla luce della Traccia le Diocesi, tenendo presenti gli obiettivi appena richiamati, raccoglieranno riflessioni, esperienze significative in atto sul tema e suggerimenti e proposte per la celebrazione del Convegno. Una volta raccolto il prodotto del lavoro delle diocesi, entro giugno 2014, si procederà nell’anno pastorale 2014-2015 ad una preparazione ancora più prossima al Convegno, aiutati da un documento che, come nei convegni passati, orienti le Chiese locali e le realtà ecclesiali a riflettere sul tema in vista della loro partecipazione all’evento.

Come sempre si arriva a decidere un titolo dopo un’ampia e tormentata ricerca. L’ultima Assemblea della CEI è stato il momento saliente di un dibattito che si attiva sempre in modo vivace quando è in gioco questa scelta. Tralasciando l’idea che a monte per un momento pubblico di tale portata una riflessione sul linguaggio non sarebbe inutile, il titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” sembra ripresentarsi una struttura duale, in perfetta sintonia con la tradizione dei Convegni nazionali.

“Evangelizzazione e promozione umana” (Roma, 1976); “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini” (Loreto 1985),

“Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia” (Palermo 1995),

“Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo (Verona, 2006).

Nel titolo di Firenze 2015 si nota un’attenuazione decisa della costruzione paratattica del titolo, attraverso quella preposizione in che proprio per essere posta all’inizio è da intendere come la chiave per interpretare il tema e le sue prospettive. La scelta di quella preposizione in sembra riecheggiare la Gaudium et Spes. Il titolo della Costituzione che chiude il Concilio era infatti ”la Chiesa nel mondo contemporaneo”. L’innocua preposizione in svelava l’intenzione profonda del testo di chiusura del Vaticano II: Chiesa e mondo non sono pensate e considerate come due realtà indipendenti ed estranee l’una all’altra. Analogamente si potrebbe dire non è possibile separare Gesù Cristo dall’umanesimo autentico. Si tratta infatti di sottoporre a critica la mentalità e la cultura moderna con i rischi disumanizzanti di nuove idolatrie, come una certa antropologia dell’immanenza e dell’autosufficienza, il cui emblema è Prometeo, simbolicamente Firenze, che dall’Umanesimo è stata culla, per ripensare un umanesimo relazionale, filiale, comunionale.

“ E’ veramente formidabile – scriveva all’indomani del Concilio il teologo Sartori – questa particella in; se in tutto il dogma cristiano si dovrebbe preferire alla linea dell’et-et quella dell’in-in, tanto più nel tema del rapporto della Chiesa con il mondo e con l’umanità. . In effetti, l’esito di una certa secolarizzazione è stato quello di cominciare a percepire la religione come dall’esterno. Si finisce così per ricondurre la fede nei limiti della sola esperienza umana e dei soli rapporti individuali, a carattere privato. Il passo di sostituire la fede con altri surrogati diventa breve. Il risultato alla fine è che la religione o viene privatizzata oppure viene strumentalizzata dalla politica in senso autoritario ma in entrambi i casi viene indebolita nella sua funzione di essere evangelicamente ‘il lievito nella pasta’ e ‘la luce sul monte’. Se guardiamo alla crisi del post-Concilio ci si accorge che bisogna fondare sempre di nuovo il nesso tra fede e vita senza cadere in diaspore più o meno camuffate da una parte o nella religione civile dall’altra. Si tratta invece di approfondire la rilevanza pubblica della fede quando assume la forma della testimonianza. Proprio questa dinamica della missione è ciò che alla fine giustifica la posizione della Chiesa oggi: essa vive per rendere presente il nuovo umanesimo che la fede in Gesù Cristo fa emergere. La fede in Cristo è un grande e atteso ‘sì’ a tutto ciò che il cuore umano anela con verità; è un ‘sì’ di salvezza e promessa di umanità piena e nuova. La fede – in primis nella dimensione propriamente teologale ma anche come atto umano di fiducia e di affidamento – viene messa oggi in questione nei diversi ambienti di vita e di cultura.

La crisi dell’educazione e la sfida della fede

Affermare che la fede oggi è in crisi non significa pensare che in passato fosse in auge. Ritenere che la sfida della fede sia una questione da collocare solo in epoca moderna è un errore strategico che induce ad atteggiamenti nostalgici verso il passato ritenuto migliore e a comportamenti paralizzanti per quel che riguarda il presente, ritenuto ingestibile. L’atteggiamento da riscoprire è quello dell’educare che non pone nel passato l’età dell’oro ma nel futuro lo spazio della possibilità. Tipico del cristianesimo è questa lettura proiettata in avanti e non ripiegata sul passato. E tutta la cultura moderna, senza saperlo se ne è fatta interprete rispetto alla cultura antica e pagana. Ad esempio prendiamo la scienza che spesso viene contrapposta alla fede. In realtà questa ha uno schema cristiano senza saperlo: il passato è ignoranza, il presente ricerca, il futuro progresso. Ma anche il pensiero di Marx ha questo presupposto cristiano: il passato è ingiustizia, il presente rivoluzione, il futuro giustizia. Idem per Freud, nel passato si colloca il trauma, cioè l’origine della nevrosi, nel presente l’analisi, nel futuro la guarigione.

Se questo è vero occorre ritrovare l’audacia di educare tenendo conto di alcuni caratteri questi sì irrinunciabili che descrivono la condizione dei nostri tempi.

Mi limito ad enumerare alcuni aspetti che fanno l’uomo e la donna di oggi:

• L’ipoteca di un io debole e sfilacciato

• L’ipoteca della scomparsa del padre

• L’ipoteca di una velocità che si fa fugacità

• L’ipoteca di una flessibilità che si trasforma in precarietà.

L’io debole e frantumato è la prima condizione da non sottovalutare. Da Piero della Francesca a Picasso potrebbe essere il percorso dell’uomo moderno che passa da una forte e quasi ostentata consapevolezza del sé ad un io frantumato, moltiplicato, disperso. Nell’incontro con Dio l’io è essenziale. Se manca diventa tutto più difficile. L’arte di risvegliare l’io è il primo esercizio richiesto oggi ad un uomo dimentico di sé prima ancora che di Dio. La fede è la forma più alta di libertà. Ma proprio questa paradossalmente sembra negata da un vissuto che sembra preordinato e orchestrato fin nei dettagli. Come fare?

La perdita del padre è parte quel processo di ridefinizione dei sessi che pone al centro la questione della generatività prima che quella del gender. Ha scritto di recente sul tema M. Recalcati in “Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo la morte del padre”. Edipo e Narciso sono due personaggi centrali del teatro freudiano. Il figlio-Edipo è quello che conosce il conflitto con il padre e l’impatto beneficamente traumatico della Legge sulla vita umana. Il figlio-Narciso resta invece fissato sterilmente alla sua immagine, in un mondo che sembra non ospitare più la differenza tra le generazioni. Le nuove generazioni appaiono  sperdute tanto quanto i loro genitori. Questi non vogliono smettere di essere giovani, mentre i loro figli annaspano in un tempo senza orizzonte. Telemaco, il figlio di Ulisse, attende il ritorno del padre; prega affinché sia ristabilita nella sua casa invasa dai Proci la Legge della parola. In primo piano una domanda inedita di padre, una invocazione, una richiesta di testimonianza che mostri come si possa vivere con slancio e vitalità su questa terra. Come interpretare questo desiderio di ereditare rispetto alla sterilità di figure adulte spesso in cerca di autore ben oltre la propria età biografica. La generatività è la questione che si innesta in quella dell’educazione. Se mancano figure che diano la possibilità di ereditare con una presenza autorevole e asimmetrica diventa difficile superare l’afasia della vita e del credere.

La velocità cui è sottoposta la condizione umana nell’epoca del web sta modificando forma mentis, relazioni e perfino la stessa esperienza credente. Se correre è diventato un modo per l’uomo di oggi di superare la barriera del suono della finitezza, ciò nondimeno c’è un prezzo molto alto da pagare. Velocità significa pure fugacità. Ne segue un senso di incertezza e di instabilità che taglia alla radice qualsiasi possibilità di dare continuità alla nostra vita. In questo contesto si comprende come scelte di vita definitive, impegni duraturi e coinvolgimenti per sempre sono sempre più difficili da assumere. La stessa fede rischia di essere una stagione soggetta alle variazioni di umore e di stile di vita.

La precarietà in ambito lavorativo, come effetto della transizione ad una società post-industriale è un altro tratto del vivere oggi. Se diventa difficile conservare il posto ciò significa che non ci si identifica più con quel che si va facendo e c’è una sorta di riserva mentale rispetto a quello che temporaneamente si sta operando. La flessibilità richiesta dai ritmi sempre più frenetici del mondo del lavoro finisce per instillare un senso di relatività e un deficit di concentrazione che riduce il proprio lavoro ad una variabile ininfluente e dunque non degna…..

(Tratto e adattato Dal Documento “ Qualche spunto per il lavoro diocesano alla luce dell’Invito”)

Il Convegno Ecclesiale di Firenze 2015 ci spinge, come primo passo, a guardare alle nostre realtà con un

attegiamento di discernimento e con uno spirito di condivisione delle difficoltà che incontriamo e delle

strade positive che si stanno percorrendo.

Le nostre Chiese, oggi come sempre, operano ogni giorno per promuovere l’incontro tra le persone e il Vangelo di Gesù, che rende piena la vita e le dà significato (…..)

Chiediamoci dunque: come concretamente in questo momento la nostra Chiesa sta aiutando le persone a

crescere in umanità? Come stiamo comunicando la luce di Cristo alle persone delle nostre comunità e del

nostro territorio? Quali risposte sappiamo formulare per affrontare le nuove povertà e le situazioni difficili?

Come cerchiamo di avvicinare i lontani, promuovere il dialogo, ridurre le distanze?

Dunque, volendo riassumere, le riflessioni fin qui proposte partono a nostro avviso da una domanda sottesa: CHI E’ L’UOMO ?

Lo scautismo propone un tipo ideale di persona (una visione antropologica) i cui valori sono espressi nei 4 punti di BP con la vita di fede che li contiene, declinati nella LEGGE SCOUT (e riassunti sinteticamente nella Promessa). Nello scautismo cattolico (e in particolare nello scautismo fse) la legge scout è il portato educativo delle BEATITUDINI che da sempre sono considerate il “manifesto” del cristianesimo: il cristiano è colui che è mite di cuore, misericordioso, cercatore di giustizia, ecc. Ma questa persona “ideale” che lo scautismo vuole educare come si cala nell’attuale realtà che ciascuno di noi vive e nella quale sono immersi i nostri ragazzi/ragazze?

La nostra Assemblea quindi sarà un’occasione privilegiata, per riscoprire il tesoro di grazia che ci è stato donato: “Dalla Sua pienezza tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia” (Gv 1,16). Come affermano i vescovi, dobbiamo “fare i conti con l’esperienza dei nostri limiti, da intendere non come dei rassicuranti confini cui  rassegnarci, ma come una soglia da valicare continuamente… può compiersi così il riscatto della verità dell’uomo”.

Secondo l’invito più volte ripetuto da papa Francesco, vogliamo camminare insieme per formare persone nuove

 

2° documento (stralcio)

IL CAMMINO DI GRUPPO ( a Cura del Commissariato Nazionale)

 

“l’obiettivo ultimo è vedere l’annuncio della Buona Novella nei passaggi di continuità del nostro metodo, che di tappa in tappa rilancia la grande speranza di diventare pienamente uomini, buoni cristiani e buoni cittadini.”

 

Il percorso che ci guiderà fino all’Assemblea 2015 non ha lo scopo di costringere i gruppi a produrre documenti da presentare poi in un unico momento Assembleare, quanto piuttosto quello di condividere una riflessione sulla nostra specificità educativa, portandoci tutti ad una sana riscoperta metodologica delle sue originali scelte, permettendo da un lato un coinvolgimento di tutti i capi in preparazione alla nostra Assemblea, e dall’altro di ritrovare uno slancio educativo rinnovato per il futuro a cui la Chiesa ci chiama.

Le modalità sono racchiuse e spiegate nella brevi righe a seguire: come avrai modo di vedere, abbiamo scelto degli strumenti semplici, LE TECNICHE, capaci di poter essere “manovrate” dai nostri capi anche più giovani, concreti e potenzialmente in grado di generare benefici impliciti e diretti alla vita di Gruppo quali:

• la riscoperta delle motivazioni della nostra proposta metodologica;

• la riscoperta e il rafforzamento delle nostre specificità tecniche e metodologiche;

• una armonica visione interna al Gruppo nelle singole branche e sezioni dell’intero percorso educativo dalla promessa lupetto/coccinella alla Partenza.

Come educatori scout siamo consapevoli che in ogni applicazione metodologica possiamo trovare una grande profondità spirituale, che ci spalanca all’incontro con Cristo e ci incoraggia ad affrontare l’esistenza senza smarrirsi di fronte alle domande e alle esigenze della realtà in cui siamo chiamati a vivere.

 

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